La diversificazione reale degli italiani
L’investitore italiano ha il brutto vizio di amare troppo il proprio Paese e non è affatto raro trovare una grande concentrazione di titoli quotati sui mercati italiani nel suo portafoglio.
Oggi noi viviamo in una situazione economica particolare e tutto ciò che possediamo è principalmente legato al nostro Paese: il nostro lavoro si svolge prevalentemente in Italia o comunque il nostro datore di lavoro è italiano; le nostre case (sia la prima che le eventuali seconde, terze, etc.) sono principalmente su suolo italiano; la nostra pensione ci verrà pagata in Italia e tramite pensione pubblica (pochi vantano una pensione in parte o totalmente privata).
Insomma, tutta la nostra vita economica, fiscale, professionale, pensionistica, immobiliare, è indissolubilmente legata al nostro Paese.
Personalmente non è mia intenzione far dipendere anche i miei risparmi da ciò che può accadere all’Italia, a differenza di ciò che fanno in molti.
Come detto non è raro trovare titoli di stampo italiano nei portafogli: Titoli di Stato per i quali si spera di rivedere i rendimenti di 30 anni fa; titoli azionari di banche che non riescono a stare al passo con le evoluzioni tecnologiche del loro settore; quote di società che sono rimaste con un segno negativo irrecuperabile. Giuro, c’è di tutto e anche di più.
Viste tutte le difficoltà economiche che si affrontano in Italia, viste le prospettive non proprio rosee della crescita economica e delle pensioni nel nostro Paese, non sarà forse il caso di evitare, almeno per i propri risparmi, di dover subire le difficoltà che un Paese come il nostro potrebbe produrre?
Un altro elemento di enorme significato riguarda il peso del mercato azionario italiano all’interno dell’indice azionario globale: meno del 2%.
Questo significa che le più grosse società italiane partecipano in maniera pressoché irrilevante alla crescita economica mondiale. A livello finanziario non credo ci sia molto altro da aggiungere.
Evitare di dipendere da ciò che potrebbe accadere qui potrebbe salvare i nostri risparmi.
FOTO COPERTINA: di S. Hermann & F. Richter da Pixabay